di Alessandro Pasetti Medin e Massimo Lazzeri
con Sergio Stefini
voce di Paolo Levi Stefano Pietro Detassis
luci e scene Andrea Coppi
Lo spettacolo racconta una parte della vita dell'avvocato Paolo Levi, ritratto in un dipinto del pittore padovano Tino Rosa, datato 1938 e presentato alla Biennale di Venezia nello stesso anno. La descrizione del quadro è il filo conduttore di tutto il monologo, ma da questo binario principale si dipartono una serie di “divagazioni”, aneddoti veri e verosimili, che contribuiscono a delineare meglio la figura di questo brillante ragazzo ebreo, nato a Padova il 9 gennaio 1904, laureato in giurisprudenza, appassionato di letteratura, di arte, di musica. La sua grande intelligenza, le capacità relazionali e la vita mondana in un periodo così difficile. Le sue vicissitudini nel tentativo di scampare alla deportazione, l’internamento nel campo di Fossoli, il viaggio verso Auschwitz.
L’idea dello spettacolo è nata da uno storico dell’arte, Alessandro Pasetti Medin, che, alcuni mesi fa, incuriosito dal soggetto del quadro, ha iniziato a cercare documenti e quanto necessario a ricostruire la vita di Paolo Levi. Ne è scaturita una ricerca appassionata e tuttora in corso, da un archivio all’altro, tra lettere e fotografie, intervistando chi, in qualche modo, anche dopo tanti anni, potesse fornire informazioni seppur minime. Ha così scoperto che il quadro rappresenta una personalità a tutto tondo e porta con sé una storia che merita di essere raccontata.
Età consigliata: dai 13 anni
Durata: 1 ora circa
Tecniche utilizzate: teatro d'attore